Il dollaro americano chiude il 2025 con la peggiore performance degli ultimi otto anni, in calo dell’8,2%. Il 23 dicembre l’indice del dollaro Bloomberg è sceso dello 0,3% fino al minimo dal 3 ottobre. Se l’indebolimento dovesse proseguire, la valuta americana rischia di registrare il peggior risultato annuale almeno negli ultimi vent’anni.
Il principale fattore alla base del calo del dollaro sono le aspettative degli investitori di una politica monetaria della Fed più accomodante rispetto a quella di altre grandi banche centrali. I tassi di interesse più bassi rendono il dollaro statunitense meno attraente per gli investitori alla ricerca di rendimenti. Ulteriore pressione arriva dai fattori stagionali di fine anno: la riduzione dell’attività di trading e il minor numero di operazioni indeboliscono la domanda di dollari. In questo contesto, le valute alternative guadagnano terreno: il dollaro canadese e quello australiano hanno toccato i massimi degli ultimi mesi, mentre la corona svedese è tornata ai livelli di inizio 2022.
Anche il mercato delle opzioni conferma il sentiment negativo: gli investitori scommettono più attivamente sul rafforzamento di euro e dollaro australiano. L’analista di Swissquote Ipek Ozkardeskaya ha osservato che il quadro complessivo resta debole per il dollaro, ma la situazione potrebbe cambiare con la pubblicazione di nuovi dati economici che rafforzano le aspettative di una politica monetaria più restrittiva da parte della Fed.