
Come ha comunicato giovedì (alle 13:30 GMT) il Dipartimento del Lavoro USA, il numero delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è diminuito nella settimana di riferimento a 224.000, di 13.000 in meno rispetto al valore rivisto della settimana precedente e migliore della previsione di 225.000.
Tuttavia il dollaro e il suo indice USDX sono rimasti sotto pressione, nonostante il rapporto positivo del Dipartimento del Lavoro USA, poiché gli indici dell'inflazione al consumo, pubblicati contemporaneamente, hanno indicato un rallentamento a novembre.
Secondo il Bureau of Labor Statistics (BLS), l'indice dei prezzi al consumo (IPC) su base annua è sceso a novembre al 2,7%, rispetto al 3,0% precedente e alla previsione del 3,1%.
Anche l'IPC core su base annua, che esclude i prezzi volatili di alimentari ed energia, ha rallentato a novembre al 2,6%, risultando migliore delle previsioni e del valore precedente del 3,0%.
Nonostante il rapporto positivo sulle richieste di sussidio di disoccupazione del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, il dollaro statunitense è stato sottoposto a una rinnovata pressione.
Il calo dell'inflazione può diventare il fattore chiave nella dinamica del dollaro, rafforzandone la pressione negativa, poiché fornisce maggiori argomentazioni ai responsabili della Fed favorevoli a ulteriori riduzioni dei tassi.
A seguito della pubblicazione dei dati macroeconomici statunitensi, l'indice USDX del dollaro è sceso, riportandosi sui minimi del giorno precedente e al livello di 98,15.

Se non fosse stato per il rapporto settimanale positivo sulle richieste di sussidio di disoccupazione del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, il calo del dollaro avrebbe potuto essere ancora maggiore.
Oggi alle 15:00 (GMT) verrà pubblicato il rapporto dell'Università del Michigan con i dati aggiornati sulla fiducia dei consumatori e sull'inflazione. Gli economisti prevedono cifre pressoché invariate, in linea con le stime preliminari: l'indice di fiducia dei consumatori è a 53,4, rispetto al precedente 53,3, e le aspettative di inflazione sono al 4,1% (per le aspettative a un anno) e al 3,2% (per le aspettative a cinque anni). È improbabile che questi dati influenzino i prezzi del dollaro, che rimane sotto pressione.
Tuttavia verso fine settimana non sono esclusi movimenti inattesi legati al riequilibrio dei portafogli degli operatori di mercato.
Ora, fino alla fine del mese non sono previste statistiche USA di cruciale importanza. Un certo interesse attirerà comunque la pubblicazione di martedì 23 dicembre della seconda stima del PIL USA per il terzo trimestre e altre statistiche secondarie. L'evento di maggiore interesse potrebbe essere la pubblicazione, il 30 dicembre, dei verbali della riunione di dicembre della Fed (i minutes del FOMC). Anche la reazione a questi però sarà probabilmente contenuta, vista la prossimità del Capodanno e delle festività.
A partire da giovedì prossimo, quando i paesi cattolici di tutto il mondo celebreranno il Natale, tutto il "potere" del mercato si sposterà nelle mani degli speculatori a breve termine. I mercati diventeranno sottili e i volumi di scambio saranno ridotti.
Le banche saranno chiuse nei giorni festivi di fine anno, il 31 dicembre e il 1° gennaio. I mercati Forex riapriranno il 2 gennaio, tuttavia i volumi di scambio torneranno a normalizzarsi solo dalla settimana successiva al 4 gennaio.

Quadro tecnico
Tecnicamente, l'indice USDX continua a muoversi in territorio ribassista a medio e lungo termine, al di sotto dei livelli di resistenza chiave di 99,75 (EMA200 sul grafico giornaliero) e 101,35 (EMA200 sul grafico settimanale).
Gli esiti della riunione della Fed di dicembre e le attese di cambi nella sua leadership hanno creato un contesto negativo per il dollaro, e gli indici IPC pubblicati ieri ne hanno accentuato la debolezza.

Anche gli indicatori tecnici (nel nostro caso RSI, OsMA, Stocastico) restano sul grafico settimanale in zona di posizioni corte.
Tuttavia non bisogna escludere, come sempre, la possibilità di correzioni di breve termine. Già all'inizio della sessione europea odierna il prezzo dei futures sull'USDX sta tentando di penetrare nella zona di mercato rialzista di breve periodo, testando alla rottura il livello di resistenza a breve termine 98,54 (EMA200 sul grafico a 1 ora).

Se il rapporto dell'Università del Michigan dovesse uscire con dati più positivi per il dollaro, ciò potrebbe fornire un ulteriore impulso rialzista, spingendo la valuta oltre il massimo odierno di 98,66. Ma la correzione al rialzo, se proseguirà, sarà probabilmente limitata al livello di resistenza 98,62 (EMA200 sul grafico a 4 ore ed EMA50 sul grafico giornaliero). Al momento non vi sono ragioni per un rafforzamento più consistente del dollaro.
Conclusione
Il dollaro statunitense rimane vulnerabile. Gli esiti della riunione della Fed di dicembre sono il fattore determinante per la valuta americana nelle prossime settimane o addirittura mesi. Per gli investimenti di breve termine si raccomanda di basarsi sulle pubblicazioni dei principali dati macroeconomici statunitensi, in particolare quelli relativi al mercato del lavoro e all'inflazione.
Gli investitori dovrebbero considerare tutti i potenziali rischi, concentrandosi sui principali indicatori economici e sulla retorica della Fed, per prendere decisioni di investimento consapevoli.
